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Vi racconto Lubiana

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Buongiorno ciurma!
Come alcuni di voi già sapranno, la settimana scorsa ho avuto modo di passare due giorni nella splendida Lubiana e oggi sono finalmente pronta per raccontarvi la mia esperienza. Partiamo subito dicendo che, pur essendo la capitale della Slovenia, ha molto più l'aria di una cittadina di provincia, circondata dal verde e immersa nella tranquillità della valle del fiume Ljubljanica. Inutile sottolineare che la calma che si respira in ogni suo angolo mi ha subito conquistata (altro che il caos che ho trovato a Vienna pochi giorni dopo!).

Siamo arrivati in città nel pomeriggio di lunedì. Alloggiavamo nel meraviglioso Grand Hotel Union, considerato il miglior albergo di Lubiana. Da parte mia, non posso che confermarlo. Sì, lo so che è l'unico in cui sono stata, ma è davvero qualcosa di incredibile: camere immense, personale estremamente cordiale e disponibile, una colazione (inclusa nel prezzo) così grande che, per una come me, che mangia pochissimo di mattina, pareva perfino sprecata. Per non parlare della posizione, letteralmente a due passi dal centro storico e dal Tromostovje (il Triplo Ponte)! Il paradiso, dico davvero. Dopo esserci riposati trentacinque secondi contati, siamo usciti a fare due passi e a procurarci qualcosa per cena. Sul Vodnik Tromostovje abbiamo trovato un allegro vecchietto che suonava quelli che immagino fossero strumenti tipici sloveni, indossando delle improbabili scarpe con la punta all'insù. Esiste forse un benvenuto migliore di questo? Si è meritato la mia monetina. Salutato il nonnino, abbiamo gironzolato per le strade della città, esplorando i dintorni del lungofiume. Tuttavia, essendo Lubiana una città veramente piccola e compatta, abbiamo badato bene di non spingerci troppo in là, così da tenerci il meglio per il giorno successivo. Alla fine, ci siamo fermati in un minuscolo supermercato, in cui per ben 6€ abbiamo comprato di tutto e di più e siamo tornati in hotel a cenare. Forse farei meglio a non menzionare il fatto che ho trascorso la serata guardando un servizio sul cadavere imbalsamento di un certo monaco buddhista alla tv giapponese. Però ve lo dico lo stesso, sapete, per dovere di cronaca. 

La mattina seguente siamo usciti di buon'ora (no, scherzo, erano le 10) e siamo entrati nella Chiesa dei Francescani. Dato che avevano da poco iniziato a dir messa ed essendo io, per qualche motivo, stranamente affascinata dall'idea di ascoltare una messa in una lingua di cui non capisco più di tre parole (kava, palacinka e meso, ossia caffè, crepe e carne, roba di cui non credo un parroco predichi frequentemente), abbiamo finito per accomodarci all'ultima panca e passare lì, al fresco, una buona mezzora. Il tizio vicino a cui mi sono seduta mi ha guardata in cagnesco per aver involontariamente fatto scricchiolare troppo il poggiapiedi, ma allo "scambiatevi un segno di pace" mi ha stretto la mano, quindi presumo che tra di noi le cose si siano risolte. Ad ogni modo, la chiesa è stupenda, nonostante la stessero in parte ristrutturando. Una volta usciti, abbiamo attraversato il Triplo Ponte e ci siamo diretti verso la Cattedrale di San Nicola, fermandoci a prendere i souvenir di routine alle bancarelle che costeggiavano il fiume. La Cattedrale, pur risultando all'esterno un po' sacrificata, quasi schiacciata tra gli altri edifici, all'interno è un vero spettacolo, con un organo (lo potete vedere qua a fianco) così bello che farebbe venir voglia di imparare a suonare qualcosa giusto per potervisi avvicinare. Sul retro della chiesa, si trova il mercato e, poco più in là, il famoso Ponte dei Draghi, simbolo di Lubiana. Giunti sull'altra sponda del fiume, abbiamo riso alle varie insegne dei bar ("Come in and meet your next ex-wife" e il classico "I distrust camels and anyone who can go a week without a drink") e, essendo ormai mezzogiorno, ci siamo rifugiati in un ristorantino a divorare, affamati, delle ottime wiener schnitzel con contorno di ludrissime patate al forno.

Nel pomeriggio, nonostante fosse uscito un sole che spaccava le pietre e la temperatura si fosse alzata fino al punto di ebollizione, siamo andati alla ricerca della Biblioteca Nazionale, che conta oltre un milione di titoli, scoprendo, una volta sul posto, che non si poteva visitare. Mannaggia a voi. Da lì, ci siamo persi nella zona occidentale della città, arrivando fino alle porte del Parco Tivoli, e inciampando, lungo la strada, nell'università e nel Parlamento sloveno (da cui ho visto uscire un giovincello che doveva per forza essere il Matteo Renzi locale. Per forza, lo giuro.) Siamo anche entrati in un negozio (più che altro per sfuggire al caldo atroce) che mi ha fatto venire la depressione perché tutte le cose che mi piacevano partivano dalla taglia M. Io questo razzismo verso noi povere taglia S non lo capisco. Non è colpa mia se sono piccina :( 

Infine, esausti, siamo tornati in hotel, a preparare la visita al lago di Bled del giorno dopo e a trarre le conclusioni su questa splendida Lubiana. La sua atmosfera tranquilla ma, al contempo, carica di storia mi ha ricordato in qualche modo Cracovia, che ad oggi rimane la mia città europea preferita. Come scrissi di ritorno dalla Polonia, anche in questo caso mi sento di confermare che Lubiana "è stata un'incredibile scoperta". 


Chiesa dei Francescani








Un saluto alla tizia che pare essersi messa in posa per la foto.







Cattedrale di San Nicola



Mercato

Ponte dei Draghi





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