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Giornate emiliane tra Parma e Reggio

Buongiorno ciurma e felice primo giorno d'autunno!
Qui nelle Prealpi Venete è davvero arrivato il fresco: pioviggina, il cielo è bigio e stamattina, uscendo, ho finalmente potuto (e dovuto) tirar fuori uno dei miei innumerevoli maglioncini. Naturalmente la cosa non mi dispiace affatto, anche perché posso dire di essermi davvero goduta le ultime ore d'estate.

Ho passato i giorni scorsi girovagando per l'Emilia, mangiando troppo gelato, perdendomi nei centri storici di Parma e Reggio e ritrovando parenti e amici.
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Come ormai saprete (ne avevo parlato qui) sono nata in un paesino in provincia di Parma (abitato da più mucche che persone) e la maggior parte della mia famiglia vive ancora laggiù. Così domenica, nonostante le nuvole e il tempo incerto, sono salita in macchina con l'Intrepida Mamma e il papi e sono partita alla volta della Pianura Padana. A mezzogiorno eravamo ospiti della nonna paterna, che, come da copione, ci ha viziati con un pranzo fin troppo abbondante, a base di tagliatelle, cotolette con pomodori e torta gelato. Roba che mi sarebbe potuta bastare per qualche settimana. Nel pomeriggio, mentre i miei genitori se la spassavano allo stadio (sì, perché nonostante il Parma sia in serie D loro non si perdono nemmeno una partita), io ho vagabondato per il centro storico, cercando di non sciogliermi sotto il peso della schiacciante umidità. Sono entrata in un paio di negozi con l'obiettivo di comprare una maglietta che avevo visto online (aveva disegnata una bottiglietta di salsa di soia! Non potevo lasciarmela sfuggire). Ovviamente non l'ho trovata (esiste una legge di Murphy anche per questo, vero?) e ho finito per comprare un maglioncino con una stampa di gattini che farà giustamente rabbrividire chiunque mi vedrà indossarlo, ma di cui io mi sono innamorata a prima vista. Alla fine non è andata poi tanto male, no? Verso le 16 mi sono rannicchiata su una poltrona della Feltrinelli, con un libro di Soseki Natsume sulle ginocchia e un'abbiocco spaventoso. Quando mi sono accorta che rischiavo di appisolarmi lì, tra gli scaffali, ho raccolto le mie magre dosi di energia e mi sono avviata verso la gelateria di mia zia - ve l'avevo mai detto che mia zia ha una gelateria? E che è pure la più buona che abbia mai provato? E non lo dico perché sono di parte, è praticamente un dato oggettivo ;) Essendo la giornata lievemente afosa, ne ho approfittato per testare i nuovi gusti stagionali (mela verde e pera), benché fossi ancora sazia dal pranzo. Poco dopo, terminata la partita, mia mamma è venuta a recuperarmi e, armate di vaschetta di gelato da un chilo, ci siamo trasferite a casa della nonna materna, nella bassa parmense.

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La serata è trascorsa a suon di "STROZZA!" e "LISCIO!" (e di "Ma che ckxzo fai?!"), giocando decine di partite alla spietata Briscola Bastarda. Ora, per chi non lo sapesse, briscola bastarda è la cosa più divertente che sia mai stata inventata: si gioca in tre e il primo che usa una briscola nel corso della partita è destinato a stare da solo, mentre gli altri due giocatori stanno in coppia. Chi gioca da solo deve totalizzare almeno 40 punti per vincere, mentre chi gioca in coppia deve farne almeno 80. Per tutto il resto, si seguono le regole della classica briscola, ma vi assicuro che le partite sono molto più infuocate. Io, essendo una specialista, sono stata l'unica capace di vincere ampiamente anche da sola - e questo fa curriculum, no?

Il lunedìè passato tranquillamente. Tra gli highlight della giornata ricordo:
- mia nonna mi ha regalato una specie di colino che separa il tuorlo dall'albume (ora sì che sono pronta per Bake off, grazie nonna!);
- ho mangiato l'ennesimo gelato, questa volta alla nutella;
- le mie scarpe sono state criticate da una simpatica undicenne ): ;
- una vecchina ha tentato di maritarmi a suo nipote;
- abbiamo celebrato il penultimo giorno d'estate mangiando... cappelletti. Sì, il piatto tipico delle nostre feste natalizie (nonché il mio preferito in generale). Faceva giusto un filo caldo, ma non mi sono certo lamentata!
- io e mia cugina abbiamo vinto 114-6 a briscola bastarda in una partita fatta di tattiche e tecnicismi degna del campionato del mondo (mi sto giusto domandando se esiste davvero, ma, considerando che hanno da poco disputato quello di monopoli, non vedo perché non dovrebbe!).

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Martedì, prima di tornare a Vicenza, io e l'Intrepida Mamma ci siamo fermate a Reggio Emilia per qualche ora. Lei era interessata a vedere una mostra di ricami, io a visitare velocemente la città, dato che sto pensando di iscrivermi all'UniMoRe per la laurea magistrale.
Ho accompagnato mia mamma ai Chiostri di San Domenico, dentro cui si teneva l'esposizione e mi sono esaltata tutte le volte che, tra i difficilissimi ricami in mostra, ritrovavo i pochi punti che so fare anch'io. Tra l'altro, da qualche parte nei Chiostri, qualcuno stava suonando il pianoforte e ci ha accompagnate per l'intera durata della visita. Una volta uscite, abbiamo vagato per le vie del centro. Pur avendo avuto poco tempo e non avendo visto quasi nulla, Reggio mi è piaciuta. Il centro è piccolo e mi è parso tranquillo, nonostante fosse giorno di mercato (motivo per cui non sono riuscita a fare nemmeno una foto decente alla Basilica di San Prospero e alla Piazza). Anche l'università, vista di passaggio, mi è sembrata un bel posto, o perlomeno simile agli edifici a cui sono abituata a Padova - e poi, proprio lì di fianco, ci ho trovato un bellissimo negozietto di cupcakes, a cui non sono proprio riuscita a resistere. Come inizio è incoraggiante, no?

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