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Quel venerdì a Vienna (un Viennerdì?)

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No vabbeh, cancelliamo questo terribile gioco di parole e facciamo finta che non l'abbia mai scritto davvero. 


Salve ciurma,
oggi sono finalmente qui a parlarvi delle 36 ore che ho passato a Vienna a inizio maggio. Yep, a solo un mese di distanza. Meglio tardi che mai, giusto?
Voglio essere sincera fin da subito: Vienna mi ha deluso. E non sono riuscita a farmela piacere. Sono arrivata lì con mille aspettative ed ero così contenta di poterla visitare, ne avevo sentito parlare benissimo da tutti. Purtroppo, però, mi ha lasciato con l'amaro in bocca. Da un lato, la mancanza di tempo per visitarne alcune parti (come il Castello di Schonburnn, che immagino sia spettacolare) ha sicuramente contribuito, ma in generale, per quello che ho potuto vedere, l'ho trovata molto trascurata - e non avete idea di quanto mi dispiaccia doverlo dire!

Sono arrivata nella capitale austriaca nel tardo pomeriggio di giovedì 7 maggio, dopo aver trascorso due giorni in Slovenia (qui potete trovare i resoconti su Lubiana e i laghi di Bled e Bohinj). Mio padre aveva qualche appuntamento di lavoro e ci è sembrata l'occasione perfetta per scoprire un'altra parte d'Europa.
Alloggiavamo nel Novotel Suites su Radingertrasse (come si mette la eszett?!), a tre chilometri da centro storico, e devo ammettere che già questa è stata un'esperienza strana. La camera era spaziosa, moderna e ben fornita, ma il bagno era così piccolo e claustrofobico che pareva quello di un aereo e la zona doccia era all'interno di una sorta di prefabbricato incastonato in un angolo, che dava invece la sensazione di stare su uno yacht. La colazione era servita nella reception e la cameriera ti guardava in cagnesco a qualsiasi domanda le ponessi, come se si fosse dimenticata che il suo lavoro è proprio quello di fare in modo che non finiscano tutti i bicchieri e che ci sia ancora qualche fetta di pane anche dopo le 7.30 del mattino. Insomma, roba davvero strana. Potrei aggiungerlo alla mia lista di cose assurde che succedono solo negli hotel.
Ad ogni modo, la posizione era buona, con la fermata della metropolitana ad appena 200 metri. Tuttavia, io e l'Intrepida Mamma abbiamo preferito scarpinare fino in centro, così da poterci guardare un po' attorno e sfruttare al meglio il poco tempo che avevamo. Nonostante i trentamila gradi all'ombra, la passeggiata è stata piacevole e in 25 minuti ci siamo ritrovate a Stephansplatz, con l'imponente duomo di Santo Stefano che si stagliava di fronte a noi. Ora, da grande appassionata di chiese/cattedrali/edifici religiosi quale sono, posso confermare che anche lo Stephansdom è davvero spettacolare: immenso, gotico, con una guglia altissima visibile da qualsiasi punto della città. Tuttavia, la piazza era più affollata di Buckingham Palace il giorno del matrimonio di William e Kate (vi assicuro che non sto scherzando) e non siamo riuscite a muovere più di tre passi all'interno (e all'esterno) dell'edificio. Per di più siamo state fermate almeno cinque volte da un branco di guide turistiche che ci hanno offerto tutti i tour possibili e immaginabili e che sembravano incapaci di accettare un semplice "no" per risposta. Insomma, io e la cara Vienna abbiamo iniziato col piede sbagliato, ma c'era comunque tutto il tempo di recuperare - questo, purtroppo, non è successo.

Ci siamo fermate in un bar a bere un succo e mangiare qualcosa, perché il caldo e la confusione mi avevano già dato alla testa, ma siamo scappate via in men che non si dica, a causa anche della spocchiosità del cameriere (il titolo di questo post poteva anche essere "Alessia non va d'accordo con i camerieri" ahaha). Abbiamo camminato per un po' lungo il Graben, la zona pedonale di Vienna, e ci siamo rifugiate a Peterskirche, una splendida chiesa in stile barocco costruita agli inizi del 1700, uscendo poco prima che iniziasse la messa di mezzogiorno per continuare a vagabondare. Ci siamo fermate a pranzare con un gigantesco piatto di pasta al pomodoro, peraltro pure molto buona (dopo tre giorni di cotolette sentivo di averne davvero bisogno). Passando da una piazzetta all'altra (tra cui ho apprezzato Judenplatz, commemorativa dell'olocausto) , perdendoci tra le stradine, entrando in quasi tutte le chiesette che trovavamo, ho cercato con tutte le mie forze di farmi piacere la città, ma senza successo. Mi sembrava solo molto trascurata, trasandata, lasciata a se stessa. Fredda e poco accogliente.

Tuttavia, l'highlight c'è stato: mentre passeggiavamo per viuzze sperdute, abbiamo scoperto un bellissimo negozietto che vendeva prodotti a base di rose. Rose di Vienna. Mia mamma è uscita di testa dalla gioia e l'adorabile commessa ha iniziato a spiegarci tutto ciò che dovevamo sapere sui loro mieli alle rose, sali da bagno alle rose, profumi alle rose, cosmetici alle rose, biscotti alle rose... Nonostante il suo inglese non fosse dei migliori e il nostro tedesco fosse ancor peggio. Insomma, è stata così disponibile e gentile e la chiacchierata così interessante che ho finito per comprare del miele e dei sali da bagno per mia mamma, dato che due giorni dopo sarebbe stata la festa della mamma e io naturalmente non avevo ancora trovato un regalo. Quando si dice "cadere a fagiuolo"... :D

Verso sera abbiamo recuperato il Capo, di ritorno dalla sua giornata di lavoro, e ci siamo fermati in un bar per rifocillarci. Non vi dico nemmeno che anche stavolta la cameriera era un caso umano, tanto ormai avete capito che attiro soggetti isterici e basta. Povera me.
E niente... prima di tornare in hotel mi sono fermata a prendere una bottiglietta di tè verde che stranamente sapeva davvero di tè verde (hashtag: #lifegoals) e la mia giornata è finita più o meno così. Con l'amaro in bocca, ma con del buon té verde a lavarlo via... no fermi, facciamo finta che non abbia mai detto neanche questo. Sto degenerando.
Una parte di me vorrebbe tornare a Vienna, sperando che una seconda occasione possa farmi cambiare idea, ma, d'altro canto, ho paura di restare delusa di nuovo. Però è normale, no? Ti innamori di certi luoghi, mentre resti completamente indifferente di fronte ad altri. Probabilmente è giusto che sia così.






A presto, beli belissimi! ;)

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